La festa di Sant Jordi, le rose e i libri

C’è una festa catalana poco conosciuta in Italia e che io adoro. Cade nel giorno di San Giorgio, il 23 aprile, e la tradizione prevede che in questa giornata speciale gli uomini regalino una rosa alla propria amata, e che le donne ricambino donando un libro.

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Probabilmente sono proprio gli ingredienti, tradizionali da una parte, indubbiamente commerciali dall’altra, ad avermi conquistata: rose e libri, e un giorno festivo (San Giorgio è il patrono della Catalogna) dedicato al loro scambio. Le città e i paesi catalani si riempiono per l’occasione di bancarelle di fiori e libri: libri nuovi, libri usati, libri per bambini, libri per tutti. Passeggiare il giorno di Sant Jordi in uno di questi centri diventa ancora più bello.

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Forse non l’ho raccontato qui, ma la mia amicizia con la fotografa Elena Figoli, autrice di tutte le foto di questo post,  è nata quasi una decade fa durante il nostro anno di Erasmus a Barcellona, e Barcellona, e quell’anno, sono materiale – umano, sentimentale, creativo – al quale sia io che lei continuamo ad attingere in una sorta di nostalgia feconda. Un mesetto fa abbiamo iniziato a palare di produrre qualcosa insieme per il blog in occasione del giorno di Sant Jordi ed eccoci.

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Le foto che mi ha mandato Elena stanotte sono bellissime. Alcune sono state scattate a Barcellona in quel mitico Sant Jordi 2006, alcune sono nuove. Sua è anche l’idea di chiedere ad un amico catalano, Bernat, di scrivere qualcosa per noi in questa lingua, sulla storia di questa tradizione.

El dia de Sant Jordi, que va matar un drac per salvar la princesa, és per als catalans, el dia dels enamorats. Però és un dia dels enamorats diferent del que tothom coneix: és el dia de la rosa i el llibre. Flors i pàgines omplen tots els carrers, i la tradició vol que els homes regalin una rosa vermella a la noia que els té el cor robat, esperant que ella somrigui i els faci un petó. No sabem si sempre és així, però és costum també que les dones els regalin un llibre, potser, qui sap, perquè aprenguin belles paraules i es guanyin el petó el proper any. És d’aquesta manera que el 23 d’abril és la festa de tots els enamorats, dels que estan junts i dels que encara s’han de trobar, i ens agrada pensar que, per Sant Jordi, no queda cap noia sense rosa.

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Il giorno di San Giorgio, che ha ucciso il drago per salvare la principessa, è per i catalani il giorno degli innamorati. Ma è un giorno degli innamorati diverso da quello che tutti conosciamo (San Valentino): è il giorno della rosa e del libro. Fiori e pagine riempiono tutte le strade, e la tradizione vuole che gli uomini regalino una rosa rossa alla ragazza che gli ha rubato il cuore, sperando che lei sorrida e gli dia un bacio. Non sappiamo se sia sempre stato così, però è tradizione che anche le donne regalino un libro al loro innamorato, forse, chissà, perchè impari belle parole e si guadagni il bacio dell’anno successivo.

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É così che il 23 aprile è la festa di tutti gli innamorati, di quelli che stanno insieme e di quelli che ancora non si sono trovati, e ci piace pensare che, per Sant Jordi, non rimanga ragazza senza rosa.

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Nè ragazzo senza libro, aggiungo io. Sicuramente questa tradizione è molto romantica e fa infatti riferimento ad una leggenda, quella del cavaliere Giorgio che uccide un drago per salvare la vita ad una fanciulla, diffusasi in ambito europeo dal XV secolo in poi, in pieno periodo di letteratura cavalleresca e amor cortese.

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Grazie di cuore a Elena Figoli per le foto e a Bernat Hervas per il testo catalano. Anzi, moltes gràcies, e bon dia de Sant Jordi a voi che leggete.

4 pensieri su “La festa di Sant Jordi, le rose e i libri

  1. Non conoscevo questa festa, ma ne sono rimasta incantata: rose e libri, che meraviglia! Bellissima la storia, bellissime le foto, bellissime le parole del vostro amico. Grazie per aver condiviso tutto questo 🙂

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  2. ma questa tradizione è meravigliosa a dir poco. grazie per questo post delicato e insolito che mi fa pensare con rammarico solo al fatto di essere nata troppo presto per l’Erasmus. Noi eravamo universitari stanziali e basta, anche la tesi fuori porta era un evento 😉
    belle le rose e belle le foto.

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  3. L’Erasmus è un progetto importantissimo, in cui credo molto, e certamente il mezzo più sicuro per la formazione di un’identità europea forte. Nel mio caso è stata un’esperienza culturale intensa, che mi ha permesso di studiare in un contesto incredibilmente vivace (università, istituti di cultura, fondazioni, a Barcellona sono attivissimi), di imparare due lingue, di individuare un filone di critica d’arte ancora inedito in Italia e di trasformarlo in una tesi sperimentale che è stata molto apprezzata.
    Poi ci sono le feste, e gli amici, ma chi pensa che fare l’Erasmus sia solo questo, si sbaglia.

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