4 luglio e ricordi di un’estate americana

Al mattino qui al mare, quando non c’è mio marito a rivoluzionare piacevolmente le nostre giornate, io e Giulia siamo molto mattiniere: è lei a svegliarmi intorno alle sette, e dopo una colazione sul terrazzino ci infiliamo i costumi e via in spiaggia. Al mattino presto ci sono, proprio di fronte a casa nostra, i pescatori che puliscono le reti appena ritirate dal mare.

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Per noi è una grande gioia intanto perché possiamo rifornirci di pesce freschissimo e di stagione semplicemente attraversando la strada, scoprendo anche la naturale stagionalità dei pesci, aspetto per me sconosciuto finché non ho iniziato a passare qui le estati in pianta stabile. Così ho imparato che a giugno abbondano le seppie, in luglio si pescano molte sogliole a meno che di notte non passino i delfini che ne vanno ghiotti, per tutta l’estate si trovano le cicale di mare (qui le chiamano panocchie, canocchie altrove) perfette da buttare in padella con il pomodoro fresco per un sugo rapidissimo e delizioso, a fine agosto sarà la volta del rombo, che io metto in forno con patate, olio e rosmarino (l’ho fatto servire così anche al nostro matrimonio).

La seconda ragione per cui il disbrigo delle reti è interessante (più per Giulia che per me) è questa: i pesci troppo piccoli per essere venduti vengono gettati in pasto ad una colonia di gabbiani che conosce bene gli orari dei pescatori e ogni mattina aspetta inquieta. I pescatori lasciano prendere i pesciolini ai bambini perché li diano loro ai gabbiani, cosa che rende tutti molto felici.

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Su Instagram stamattina ho pubblicato proprio due foto relative a questo momento della nostra giornata. Mentre vedevo tirar fuori dalle reti un grosso granchio, pensando ai polposi crostacei che si mangiano su una sponda e sull’altra dell’Atlantico, mi è venuto in mente che oggi gli Stati Uniti celebrano la loro festa nazionale.

L’estate di undici anni fa , con una borsa di studio dell’Università di Parma partivo per un’esperienza negli States che rimarrà per sempre tra i miei ricordi di viaggio più belli.

Sono partita insieme ad altri tre studenti di altre facoltà della mia università, vincitori come me della borsa di studio: un economo, un giovanissimo studente di ingegneria pugliese, generosissimo cuoco che a suon di home baked pizza ci ha permesso di non sentire troppo la nostalgia dei sapori di casa e una biologa mia omonima. Avevamo deciso di allungare l’esperienza americana partendo prima e tornando dopo l’inizio e la fine del corso che avremmo dovuto frequentare.

Dopo adeguati preparativi, il viaggio era stato sapientemente arricchito secondo questo programma: arrivo a New York ed esplorazione della città. Volo interno per Chicago dove saremmo andati a trovare la mia amica Francesca, italiana che lavorava negli States. Volo interno per Las Vegas, noleggio macchina per un breve (distanze americane) viaggio che ci avrebbe portato alla scoperta del Grand Canyon National Park e che aveva la nostra meta ufficiale, Los Angeles, come arrivo. Volo di rientro prenotato da San Francisco dove, ospiti di un’altra mia amica, americana in questo caso, la deliziosa Katie, avremmo respirato gli ultimo giorni di vita americana prima del rientro in Italia. Partenza a fine giugno, ritorno a fine agosto.

Eravamo a Chicago i primi giorni di luglio. La città è meravigliosa e se avete in programma un viaggio negli USA includetela senza ripensamenti tra le vostre mete. Con la insostituibile guida di Francesca e delle sue amiche l’abbiamo indagata senza sosta, dalle spiagge cittadine del lago Michigan all’altissimo belvedere della Sears (oggi Willis) Tower, dall’enorme e meraviglioso acquario all’Art Institute con la sua preziosa collezione.

Il 4 luglio eravamo lì. Abbiamo passato il pomeriggio in spiaggia, tra sole e musica, per poi trasferirci al vicino Millenium Park per assistere ad un concerto di Moby.

Calata la sera, al Navy Pier si poteva assistere allo spettacolo straordinario dei fuochi d’artificio che raddoppiano nel lago, mentre una banda della Marina militare eseguiva l’inno americano ed altre musiche patriotiche.

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La città era in festa, la Nazione (cioè l’insieme dei singoli Stati) era in festa; nei giardini si grigliava; negli abiti, sulle case, ovunque trionfavano i colori della bandiera amercana, e si respirava un’atmosfera di gioia condivisa e unificatrice di un Paese che certo ha infinite fratture e problemi sociali cronici, ma che per un giorno, anche soltanto uno, sa essere  veramente unito.

Ho sentito fortissimamente la mancanza di una giornata così sentita in Italia, dove le feste nazionali sono sempre e solo di una parte, non c’è ricorrenza che tenga, e il massimo dell’unisono di intenti si raggiunge per le partite di calcio della Nazionale (forse è anche l’unica occasione alla quale gli italiani collegano l’inno di Mameli, e questo la dice lunga su molte cose).

Buon 4 luglio a chi festeggia oggi. Io ricorderò sempre con piacere quell’estate americana,  il calore e i colori di quella festa nazionale.

Rimedio alla mancanza di foto mie, che non ho qui, con un’immagine dei fuochi del 4 luglio a Chicago, tratta da Pinterest.

8 pensieri su “4 luglio e ricordi di un’estate americana

  1. Bel post, si sente quanto ti ha lasciato questa esperienza. E belle parole sul significato del 4 luglio: tutte le nostre feste sono sempre tirate per la giacchetta da qualcuno, il che finisce col renderle francamente inutili. Dovremo deciderci a fare pace con il passato, se vogliamo sperare di avere un futuro…

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    1. L’esperienza è stata bellissima, avere la possibilità di fare un viaggio del genere a vent’anni o poco più, e per giunta in ottima compagnia (con gli altri ragazzi non ci conoscevamo prima, ma è stato un quartetto molto affiatato) è una grande fortuna.
      Mi è rimasto l’amaro in bocca per questo senso cpndiviso della festa nazionale, che da noi non c’è né per il 25 aprile, né per il 2 giugno. Come dici tu è questione di far pace con il prorio passato: ci riusciremo prima o poi?

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  2. Ciao cara molto bello il racconto iniziale sui pescatori…dovrei mandare mio marito a prendere qualche lezione lui e appassionato di pesca ma “prende” ben poco (se mi sente ih ih!!!) …molto interessante la tua esperienza negli States. Io ho ancora il sogno americano nel cassetto :).
    Ho visto il tuo commento nel blog, grazie…per il mercatino con tutta la famiglia al seguito era veramente difficile fare shopping :); quanto alla fugasse la ricetta originale prevedeva una bustina di lievito di birra secco, io avevo provato tempo fa così ed era venuta molto bene. Buona serata e buone vacanze, Luisa

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      1. Io faccio il login con gmail. Devi avere aperta gmail mentre lo fai. Non è stato per niente semplice riuscire a commentare sui vari blogspot 😦 anch’io ci ho messo una vita a capire come fare. Prova e fammi sapere se funziona!

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    1. Grazie mille per i complimenti e per la ricetta, la nostra vita logisticamente molto complessa non mi permette di curare il lievito madre come dovrebbe.
      Questi pescatori per me sono una manna dal cielo, riesco a fare la spesa, portarla in casa (4 piani senza ascensore… le gioie dell’attico :)) e tornare in spiaggia, tutto con piccola al seguito e senza perdere mezza giornata!

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