Sarebbe noioso l’elenco delle ragioni, per altro facilmente intuibili, che hanno causato la mia assenza dal blog. Forse nelle prossime settimane avrò un po’ di tempo, e intanto, in ogni caso, ecco un nuovo post.
Ho salvato tempo fa le foto di questo matrimonio: mi aveva colpito innanzitutto una foto trovata su Instagram dell’abito della sposa, inquadrato dall’alto e da dietro, sontuoso come pochi, con una caduta degna di un’incoronazione. Poi come dicevo il tempo passa, magari avrete già visto queste immagini ma ci tengo a pubblicarle comunque perché uno dei fili conduttori di queste nozze è l’ulivo, elemento che nei matrimoni trovo sempre elegante e piacevolmente mediterraneo (ne avevo già parlato qui).
Due antefatti per capire meglio: gli sposi sono Charlotte Wellesley, figlia del Duca di Wellington, e Alejandro Santo Domingo, magnate cubano erede di un impero economico non indifferente. I due rampolli hanno unito i loro destini circa un mese fa, a Illora, in Andalusia, tra Granada e Cordova, in una Spagna che più Spagna non si può e dove il padre della sposa può vantare un altro titolo di Duca e una proprietà nella quale si è svolto il party nuziale.
Blasonata lei, straricco lui, insomma non un matrimonio qualsiasi, e basta citare un paio di invitati per rendersene conto: il Re emerito di Spagna Juan Carlos e la Duchessa di Cornovaglia Camilla (vestita con un abito dall’aria flamenca molto adatto al sud della Spagna, ma bianco, il che mi stupisce parecchio).
Ma gli spunti da copiare con un budget certamente inferiore sono più di uno.
Partiamo subito dalla foto mozzafiato dell’abito di Charlotte, quella dalla quale hanno preso il via le mie ricerche iconografiche sul matrimonio e alla quale dobbiamo quindi questo articolo.
La grandiosità dell’abito, che mi ha incantata, risiede proprio nel suo strascico ricco e pesante, con un che di medievale, mentre è estremamente semplice visto frontalmente, se non fosse sempre per la caduta impeccabile della gonna.
Un aspetto sul quale riflettere nella scelta dell’abito da sposa è sicuramente questo: gli invitati, per tutto il tempo della cerimonia, vi osserveranno da dietro. Via libera quindi ad abiti con strascichi importanti per chi sceglie una cerimonia religiosa tradizionale, non solo perché le navate delle nostre chiese sono spazi adatti a srotolare lunghezze inedite, ma perché in molti casi le persone si ricorderanno soprattutto della parte posteriore del vostro abito.
Avete paura che lo strascico si riveli ingombrante per il resto della giornata? Concordate con l’atelier la possibilità di staccarlo dall’abito. Non è detto che poi non decidiate di tenere l’abito nella versione “importante” per tutta la durata dei festeggiamenti, del resto non capita tutti i giorni di poter indossare meraviglie di questo tipo (avete mai visto un pavone candido? immaginatelo senza coda… il risultato cambia parecchio).
Ma torniamo al nostro matrimonio andaluso. Prima di passare ai dettagli decorativi, c’è un altro aspetto da copiare nell’abito di Charlotte Wellesley, realizzato dalla couturier londinese Emilia Wickstead: il velo, particolarissimo, è in tulle ricamato con pois che da molto radi all’attaccatura sul capo della sposa, si fanno sempre più fitti scendendo verso il basso.
L’effetto si vede già nella prima foto, e forse ancora meglio in questa
o anche in questa con il velo fatto volare dal vento prima dell’ingresso in chiesa.
Torniamo al discorso dei rami d’ulivo, presenti con le loro foglie lanceolate nel bouquet della sposa
come nella grafica del matrimonio
(vediamo rispettivamente gli inviti e i libretti per la cerimonia)
Il verde oliva è anche il colore scelto dalla sposa per finire gli abiti di paggetti e damigelle, d’ulivo incoronate. Da notare le scarpe espadrillas, autentica concessione alla comodità dei bambini e allo spitito spagnolo della festa.
Il verde oliva torna anche in altre scarpe, quella della sposa, a sorpresa, e nell’abito della damigella d’onore o testimone della sposa, quella che in Spagna chiamano “madrina”. Nell’ingrandimento qui sotto trovate entrambi.
L’abito della madrina si vede meglio nella primissima immagine: dalla linea pulita ed elegante, nei colori caldi che richiamano la pietra della cattadrale di Illora e il paesaggio circostante, è lavorato a broccato con richiami verde oliva, fil rouge cromatico degli abiti.
Peccato non trovare un po’ di verde sullo sposo, ma già è miliardario e mi sembra sufficiente.
Di verde invece, anche se di un’altra nuance che direi sullo smeraldo, era vestita la sposa al la festa pre-wedding, la sera prima del gran giorno. La festa si è svolta nei giardini dell’Alhambra di Granada, un luogo talmente magico che per me è stato il colpo di grazia: questo matrimonio s’aveva da bloggare.
L’immagine, tratta di Instagram, non è nitidissima ma rende bene l’idea dell’omaggio fatto dalla giovane all’Andalusia: l’abito ricorda molto quello delle ballerine di flamenco, per lunghezze, balze, movimento, così come l’acconciatura con i capelli raccolti in uno chignon basso e gli orecchini.
Se il matrimonio vi intriga, trovate molte immagini su Instagram scattate da fornitori e invitati con l’hashtag #charlejandro, nato dall’unione dei nomi degli sposi, che chissà perché prevedevano ovunque prima il nome della sposa.
Io continuerò a sognare del profumo di una notte di fine maggio, di musica e danze e una festa indimenticabile all’Alhambra… Questo dettaglio potranno permetterselo in pochi, ma i sogni per fortuna sono di tutti.
(fonte immagini: web)