Due fine settimana fa, dopo un’attesa che mi è sembrata eterna (il viaggio era stato prenotato due mesi prima), siamo stai a Londra. Tutti e tre, e solo per il week-end: con una bambina di quattro annida compiere a pochi giorni i ritmi sono stati molto meno frenetici di quelli che avremmo tenuto per tre giorni fra adulti, ma siamo comunque riusciti a vedere e divertirci abbastanza perchè fossimo tutti contenti.
Il mio vero momento di gloria è stato il sabato mattina, quando siamo andati al mercato di Portobello Road. Quando due mesi prima di partire abbiamo comprato i biglietti aerei, ho deciso sbito che non potevo mancare a questo appuntamento: Portobello costituisce infatti un punto fermo per chi come me è appassionato di cermiche inglesi vintage.
Sabato mattina ci siamo alzati molto presto, e dopo una vera colazione all’inglese in hotel abbiamo preso la metro per raggiungere Notting Hill. Questo quartiere, uno dei miei preferiti a Londra per essere defilato dal centro e lontano dalla pazza folla, ma sempre vivace, ci ha accolto subito con le sue belle case ordinate
e colorate.
Erano circa le nove del mattino, ma le persone iniziavano già ad arrivare per curiosare al mercato. Tant’è che per trovare la strada dalla stazione di Notting Hill Gate, basta seguire il flusso principale di persone.
E già alla prima bancarella è pura meraviglia. Teiere, piatti, tazze, argenteria…
Alcuni negozi sono più specializzati, come questo che offre vecchi attrezzi sportivi,
questo specializzato in vecchi giocattoli
o questo con una sezione di commemorative potteries dedicate alla Regina Elisabetta II. Mi hanno fatta pensare alla mia amica Marina del blog Altezza Reale, che quello stesso giorno teneva a Parma una conferenza proprio su questo tema.
In un’altra bancarella vendevano piatti bellissimi.
A un certo punto il mercato sulla strada, costeggiato da negozietti, raddoppia in una zona di mercato coperto sempre traboccante di potteries e cianfrusaglie adorabili.
Il mio piano di guerra per lo shopping era questo: guardo tutto e alla fine scelgo qualcosa da comprare. Non avevo fatto i conti con molti elementi inaspettati.
Il primo, ovvio, è che avrei comprato tutto. Il secondo, in parte previsto, era la paura che gli oggetti più delicati potessero rompersi in valigia. Il tempo ridotto della nostra permanenza a Londra non mi permetteva di andare, come avrei voluto, ad un ufficio postale per imballare bene tutto e spedirlo in Italia. Avrei potuto puntare sulle posate, ma non credo che mi avrebbero fatto passare il bagaglio a mano con coltelli e oggetti appuntiti dentro.
Ultima ragione: all’improvviso, verso le undici, la folla al mercato era diventata insostenibile. Mia figlia non ne poteva più, e certo non si poteva pretendere che pazientasse ancora, anche perché sapeva che subito dopo saremmo andati al Museo di storia Naturale a vedere i dinosauri.
Il giro a Portobello si è concluso con quasi niente di fatto sul fronte degli acquisti, ma l’atmosfera, le chiacchiere con gli antiquari, la bellezza degli oggetti esposti mi hanno lasciata piena di gioia e gratitudine per queste ore beate.